In occasione della “settimana della legalità”, nata per testimoniare l’impegno nella diffusione della cultura della legalità e della lotta alla mafia, si è svolto, stamani, un incontro presso l’Aula Magna del Liceo Piccolomini di Siena, con il magistrato Luciano Costantini, Presidente della Sezione Penale del tribunale di Siena. Di fronte agli studenti delle quinte classi del Classico, del Musicale e del Liceo delle Scienze Umane, Costantini ha parlato di Paolo Borsellino. Il tema dell’Incontro era “quello che so di Paolo Borsellino”. All’incontro hanno partecipato anche studenti di altre classi e di anni inferiori. Saluti iniziali del Dirigente Scolastico, Prof.ssa Sandra Fontani, che ha sottolineato l’importanza dell’appuntamento contando molto sulla cultura della memoria per i giovani. Importanza sottolineata anche dall’Avvocato Paolo Panzieri, Segretario del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Siena. La parola poi al magistrato Luciano Costantini, che in passato, ha avuto la possibilità e l’onore di lavorare a stretto contatto con Paolo Borsellino.
Costantini ha rievocato diversi episodi del suo rapporto professionale ed umano con il Magistrato, ucciso dalla Mafia in via d’Amelio il 19 luglio del 1992: “Quando si seppe dell’attentato, in quella calda domenica di luglio, io ed altri colleghi andammo in Via d’Amelio. Quell’odore di sangue e di bruciato, me lo sento ancora dentro” ha dichiarato di fronte agli studenti attenti ed interessati. “Falcone e Borsellino ed i ragazzi della scorta- ha continuato Costantini – sono morti per i loro sogni. Ragazzi, ancora si può sognare. C’è un testo di una vecchia canzone di Roberto Vecchioni “Sogna ragazzo sogna” che è stupendo”.
“Nel parlare di Borsellino, per molto tempo ho avuto difficoltà a farlo perchè lo ritenevo un fatto privato, quasi ne fossi geloso, poi un giorno a Firenze, invitato di fronte a dei ragazzi universitari, ne parlai per la prima volta e da lì capiì che era importante farlo. Da lì in poi, mi si è aperto un mondo, E’ importante che le giovani generazioni sappiano chi sono stati Falcone e Borsellino. E’importante che capiscano e sappiano chi erano e cosa hanno fatto. Ma attenzione, non si deve parlare di eroi – ha continuato – ma di uomini, con i loro sogni, le loro paure… I giovani hanno bisogno di crescere conoscendo queste due figure. Borsellino aveva paura di morire, ricordo il 4 Luglio, pochi giorni prima dell’attentato, un incontro con lui a Marsala. Era preoccupato. Quella fu l’ultima volta che lo vidi. Borsellino amava dire che aveva paura, ma aveva il coraggio di superare la paura. Una frase bellissima. Lui e Falcone ebbero il merito di combattere la mafia ogni giorno, con il Maxiprocesso, con i pentiti. Visto che siamo in un luogo scolastico – ha continuato Costantini – lo assimilierei alla figura mitologica di Ettore. Borsellino sapeva quale era il suo dovere ed andava avanti tra mille diffcioltà sia per lui che per la sua famiglia. Purtroppo sono stato con Paolo troppo poco tempo. Da lui ho imparato moltissimo, anche il fatto che un magistrato deve essere responsabile, libero, indipendente. Noi dobbiamo rispettare la legge, amava ripetere Borsellino”.
Costantini ha poi rievocato alcuni fatti noti di quegli anni, di quella stagione così crudele e turbolenta: l’uccisione di Salvo Lima, l’attentato a Falcone, la questione del CSM, il processo per l’attentato di Via d’Amelio con il falso pentito, Vincenzo Scarantino e molto altro: ” A me dà fastidio il fatto che oggi qualcuno si voglia appropriare politicamente della figura di Falcone e di Borsellino. Paolo – ha concluso Costantini – era un uomo libero, indipendente”.
David Busato
Nell’immagine: un momento dell’incontro.